domenica 4 agosto 2013

IL BISCOTTO
 


quoteNella sala d'attesa di un grande aeroporto una ragazza che apettava il suo volo, sapendo di dover attendere a lungo, decise di comprare un libro per non annoiarsi.
Per godersi meglio la lettura, comprò anche un pacchetto di biscotti ed andò nella sala vip per poter stare più tranquilla.
Si sedette: accanto a lei c'era la sedia con i biscotti, dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale.
Quando prese il primo biscotto notò con suo grande disappunto che anche l'uomo accanto a lei ne aveva preso uno: si sentì profondamente indignata ma, per quieto vivere, preferì non dire nulla.
Continuò a leggere il suo libro ma in realtà rimuginava sul fatto che se avesse avuto un po' più di coraggio, gliene avrebbe dette quattro... e magari gli avrebbe anche assestato un bel pugno in faccia, a quel grandissimo maleducato !!!
Nel frattempo, ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei faceva altrettanto.
Continuarono così finchè nel pacchetto non rimase solo un biscotto: la ragazza esitò un istante, curiosa di vedere fino a che punto si spingeva l'arroganza di quell'uomo.
Contrariamente ad ogni sua aspettativa, l'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Questo era veramente troppo!!!
La ragazza, indignata, si mise a sbuffare, raccolse in fretta e furia tutte le sue cose, il suo libro, la borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando, sbollita un po' l'ira, cominciò a sentirsi un po' meglio, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando... si avvide che il pacchetto di biscotti era ancora intatto al suo interno.
Il viso le si arrossò immediatamente per la vergogna, e solo allora si rese conto del fatto che
il pacchetto dei biscotti che aveva mangiato apparteneva all'uomo seduto accanto a lei, e che costui lo aveva condiviso spontaneamente con lei, senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, senza sbuffare nè sentirsi ferito nell'orgoglio
IL BAMBINO E IL GELATO
 


quoteQualche tempo fa, quando un gelato costava molto meno di oggi, un bambino di dieci anni entrò in un bar e si sedette al tavolino.
Una cameriera gli portò un bicchiere d'acqua.
"Quanto costa un gelato tipo il Solero?" chiese il bambino.
"Un euro" rispose la cameriera.
Il bambino prese delle monete dalla tasca e cominciò a contarle.
"Bene, e quanto costa invece un gelato semplice?"
In quel momento c'erano altre persone che aspettavano e la cameriera cominciava un po' a perdere la pazienza.
"80 centesimi!" gli rispose in maniera brusca.
Il bambino contò le monete ancora una volta e disse:
"Allora mi porti un gelato semplice!"
La cameriera gli portò il gelato e il conto.
Il bambino finì il suo gelato, pagò il conto alla cassa e uscì.
Quando la cameriera tornò al tavolo per pulirlo cominciò a piangere perché lì, ad un angolo del piatto, c'erano 20 centesimi di mancia per lei.

lunedì 29 luglio 2013


RACCOLTA DI ANEDDOTI

 

PADRE E FIGLIO

 

quoteEra una chiara giornata di primavera, i primi fiori sbocciavano ai raggi tiepidi del sole.
"Papà, papà... Che magnifica giornata!"
"Eh, sì, figlio mio. Meravigliosa."
"Papà, papà..."
"Suvvia, figliolo, perchè non ci godiamo un po' il profumo del vento?"
"Però quei vermicelli sono strani... Perché si agitano così? Aspetta, papà, guarda, guarda qui.."
"Va bene."
Padre e figlio si fermarono sopra una sequoia.
Nel tepore del tranquillo pomeriggio, il padre cominciò la sua lezione di zoologia.
"Una volta i vermi non vivevano così, nè si comportavano in questo modo: forse a causa dell'inquinamento, forse un po' per evoluzione naturale, il loro comportamento è cambiato come vedi.
Guarda quei due lì in fondo, ad esempio: vedi come si agitano, come lottano, come smuovono il terreno?"
"Sì, lo vedo."
"Stanno sprecando tanta fatica, facendosi del male, al solo scopo di farsi spazio: entrambi hanno scelto quella zona per abitarla, ed ora sono lì che distruggono l'uno l'operato dell'altro nella speranza che il più debole dei due soccomba."
"Ma non potrebbero mettersi d'accordo, e collaborare per costruire insieme una tana migliore, o due?"
"Beata ingenuità... Sono vermi, cosa puoi aspettarti da loro? Guarda là, quello bello grosso che mangia allegramente fin quasi a scoppiare: non si è nemmeno accorto che ad un passo da lui c'è un vecchio vermicello denutrito che quasi non ce la fa a muoversi. Finirà per schiacciarlo, se continua a mangiare con quella foga !"
"Poverino... quasi quasi mi dispiace per lui. Papà, papà... e quei buchini piccoli piccoli in quella cunetta di terra morbida ed umida a cosa servono? Sembra quasi che ci siano dentro dei vermicelli appena nati... o comunque piccolini come me."
"Tesoro mio, i vermi non si comportano come noi: non si preoccupano di crescere i loro figli, di istruirli e prepararli ad affrontare la vita. A loro basta lasciarli in un posto abbastanza sicuro, con una buona scorta di cibo, in compagnia dei loro coetanei. Cresceranno, comunque sarà... O almeno cresceranno quelli che sopravviveranno. Non vedi che già da piccoli si azzuffano fra loro? Sono pochissimi quelli solidali, che si aiutano l'un l'altro e cercano di affrontare insieme le nuove esperienze: te ne accorgi anche dall'aspetto fisico... Di solito si tratta dei vermicelli più deboli, che fanno fronte comune davanti alle avversità."
"Papà, questi animaletti non mi stanno più così simpatici... Li trovavo interessanti perchè si agitavano continuamente, sempre intenti a far qualcosa... Ma adesso non mi interessano più. Mi sembrano un po' troppo cattivi..."
"Ma no figliolo, non sono cattivi: pensano solo a sopravvivere... è nella loro natura."
"E a me adesso stanno antipatici: andiamo via, mi sono stufato di star qui a guardarli."
"Va bene."
"Papà, papà..."
"Sì?"
"Non mi hai detto qual è il nome scientifico di quelle bestioline..."
"Homo sapiens sapiens" - disse la maestosa aquila reale mentre abbandonava i rami della sequoia, spiccando il volo verso un cielo sì azzurro, ma non così limpido come sperava.

 


 

 ò

"VIVA GLI SPOSI!" MA LEI VA ALL'OSPEDALE PER UN CHICCO DI RISO
Una sposa è finita al pronto soccorso per un chicco di riso finitole in un orecchio. Lo spiacevole incidente e' avvenuto a Malgrate (Lecco) dopo la cerimonia, nel momento della tradizionale pioggia di riso, al termine del matrimonio fra Bruno Ratti e Paola Bonsangue. Un chicco è entrato in un orecchio della sposa e sono stati vani i primi interventi di soccorso, sul sagrato della chiesa. La giovane ha concluso la cerimonia al reparto di otorinoloringoiatria

 

Lotta alla malavita organizzata

Questo aneddoto è stato raccontato da un ragazzo calabrese impegnato nella lotta alla ‘Ndrangheta.

Un giorno il padre , anche lui impegnato nella lotta alla malavita, lesse un messaggio di minacce sul muro di fronte casa.

Guardò il figlio e gli disse:-Beh! Aldo, tutti dobbiamo morire, quello che conta è come si vive.

 

LA LETTERA

Negli anni SESSANTA ad Oliveto Citra.

Un giorno un contadino ricevette una lettera dal figlio emigrato al NORD. Poiché era analfabeta, per farla leggere si recò da un amico che era in piazza Garibaldi con altri amici.

La missiva iniziava con “Caro babbo”, la qual cosa irritava il contadino e suscitava l’ilarità dei presenti. Il lettore ,per  divertimento , leggeva il resto della lettera inventandosi “Caro babbo” in ogni frase.

Il contadino, non gradendo le risate dei presenti , prima della fine della lettura, si alzò arrabbiato e disse “Babbo è fesso e tu due volte”.

lunedì 22 luglio 2013

Per ridere in po'


Pubblicato su un quotidiano                    TEMA:   UINA GITA       Catron,6 Marzo 1954




Domenica siamo andati a la Madona de Monteberico a chiedere la grassia per mia sorela che è maridata da cinque ani e no a gnanco tosatei. Siamo ndati, poi siamo pregati, poi siamo mangiati, poi siamo vegnuti casa.
O che siamo npregati male o che no sin siamo capiti co la Madona, fatostà che è rimasta insinta laltra sorela che no è gnanco maridata.



Io e Michele Sirianni